Le vestigia delle terme romane si estendono per undici chilometri lungo l’antica via Cassia, alla periferia di Viterbo, assumendo particolare rilevanza in prossimità delle tre principali aree termali: Aquae Passeris, Paliano e, la più importante, Bullicame.
Ampie documentazioni testimoniano il grande rilievo che la zona termale del viterbese ricopre fin dai tempi più antichi, come attestano gli scritti di Strabbone, Tibullo, Simmaco, Marziale e Scribonio Largo, medico dell’Imperatore Tiberio. Dodici chilometri di frattura della crosta terrestre da cui spontaneamente emergono, sospinte dalla forza dei gas solfurei e carbonici, numerose acque per lo più ipertermali (40°-58°C) e ricche di sali di zolfo e bicarbonato di calcio, magnesio e altri ancora. Fra tutte, da una bianca montagnola calcarea sgorga la più importante e famosa: la sorgente Bullicame.
La sorgente Bullicame, solfureo-solfato-bicarbonato-alcalino- terrosa fluorata con i suoi 58°C, è da sempre apprezzata per le sue qualità terapeutiche, anche in Idrologia Medica. Il suo notevole pregio risiede nelle caratteristiche chimico-fisiche che la rendono adatta a molte utilizzazioni in terapia termale, per la cura e la prevenzione delle affezioni croniche di tutto l’apparato respiratorio e osteoarticolare, per la cura delle malattie della cute e dell’apparato genitale e delle malattie dismetaboliche. La sorgente Bullicame alimenta tutti i servizi delle Terme dei Papi e la splendida piscina monumentale di oltre 2.000 mq
Le vestigia delle terme romane si estendono per undici chilometri lungo l’antica via Cassia, alla periferia di Viterbo, assumendo particolare rilevanza in prossimità delle tre principali aree termali: Aquae Passeris, Paliano e, la più importante, Bullicame.
Ampie documentazioni testimoniano il grande rilievo che la zona termale del viterbese ricopre fin dai tempi più antichi, come attestano gli scritti di
Strabbone, Tibullo, Simmaco, Marziale e Scribonio Largo, medico dell’Imperatore Tiberio.
Dodici chilometri di frattura
della crosta terrestre da cui spontaneamente emergono, sospinte dalla forza dei gas solfurei e carbonici, numerose acque per lo più ipertermali (40°-58°C) e ricche di sali di zolfo e bicarbonato di calcio, magnesio e altri ancora. Fra tutte, da una bianca montagnola calcarea sgorga la più importante e famosa: la sorgente Bullicame.
La sorgente Bullicame, solfureo-solfato-bicarbonato-alcalino- terrosa fluorata con i suoi 58°C, è da sempre apprezzata per le sue qualità terapeutiche, anche in Idrologia Medica.
Il suo notevole pregio risiede nelle caratteristiche chimico-fisiche che la rendono adatta a molte utilizzazioni in terapia termale, per la cura e la prevenzione delle affezioni croniche di tutto l’apparato respiratorio e osteoarticolare, per la cura delle malattie della cute e dell’apparato genitale e delle malattie dismetaboliche.
La sorgente Bullicame alimenta tutti i servizi delle Terme dei Papi e la splendida piscina monumentale di oltre 2.000 mq.